LE LUCI D'ARTISTA E LA PRIMA LEGGE DI NEWTON
Crisi batte crisi. La crisi economica ha battuto la crisi dei valori. Essa si esprime attraverso la ricerca del superfluo. Oscar Wilde un centinaio di anni fa disse: ” Viviamo in un'epoca in cui il superfluo è la nostra unica necessità”. Oggi l’aforisma perde quota quando le ristrettezze economiche non spingono più i consumi; meglio li spingono verso tutto ciò che serve per essere, e non per apparire. L'acquisto di beni voluttuari, per intenderci quelli di cui si può fare a meno o quelli che già avevamo e ricompravamo " per capriccio" è precipitato.
Guardiamo la realtà salernitana. I commercianti in conseguenza di tale effetto sono propensi ad non aprire più i negozi la domenica, se non in prossimità delle festività natalizie .I più, non attribuiscono alcun effetto economico favorevole neppure all'iniziativa delle luci d’artista. Ciò lo spiegava già la prima legge di Newton. Ogni oggetto resta in stato di quiete se la forza che lo spinge è uguale a zero. Lo stato di quiete o inerzia si determina nel valore della forza. Le luci d'artista, di per se, non possono essere causa di una forza che spinga al consumo perché è un fattore indiretto. La scelta di comprare o meno un bene, in una fase di contrazione delle risorse economiche , non è più determinato da fattori indiretti. Per talune categorie di commercianti , paradossalmente, le luci d'artista puossono tramutarsi, in un effetto "rebound" o boomerang, perché gli autonomi, si trovano costretti a dover alzare la saracinesca inseguendo una " illusione" di una occasione di vendita , a fronte di una massa così consistente di ipotetici acquirenti.
Il problema è che :
luci d'artista = visitatori;
visitatori = curiosi ( e non compratori).
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