venerdì 28 maggio 2010


NORMA SULLA IMPIGNORABILITA’ DEI BENI ASL .

Da precetto salvastipendi a Zattera di Medusa.



Partiamo dall’assunto che la Regione Campania presenta un grave disavanzo sanitario, frutto del malgoverno dei Direttori Generali nominati dalla Giunta Bassolino. Tale collasso finanziario ha assunto proporzioni talmente drammatiche da mettere in pericolo gli stessi stipendi dei dipendenti delle ASl , per non parlare di quelli della sanità convenzionata oramai in ginocchio. Il maxi emendamento di Tremonti , per la Campania prevede « che fino al 31/12/2010 non possono essere intraprese o proseguite azioni esecutive nei confronti delle aziende sanitarie locali e ospedaliere delle regioni medesime e i pignoramenti eventualmente eseguiti non vincolano gli enti debitori ed i tesorieri, i quali possono disporre delle somme per e finalità istituzionali degli enti. “
Talvolta le buone intenzioni di una norma, che potremmo definire salvastipendi porta con sé delle criticità :

- Le AA.SS.LL. che in sofferenza già pagavano i fornitori con un ritardo medio di 8 mesi , si potrebbero sentire autorizzate per più di sei mesi a non pagare ulteriormente in modo che, i tempi d’incasso per le strutture convenzionate ed i fornitori si allungheranno ancora di più.

- Le strutture convenzionate che per scongiurare la chiusura avevano avviato, nei confronti delle AA.SS.LL. azioni esecutive presso i Tribunali per riscuotere coattivamente i propri crediti non potranno più farlo , e di fatto le Aziende sanitarie non saranno più oggetto di procedure esecutive , come dire “ crediti impignorabili”. L’ effetto sarà il sicuro fallimento di diverse imprese che pur vantando crediti certi, liquidi ed esigibili per prestazioni o forniture sanitarie richieste ed erogate regolarmente, avranno come conseguenza pesantissime ricadute nei settori occupazionali;

- Case di cura, Centri di riabilitazione , laboratori analisi convenzionati e ditte fornitrici di medicinali ed a vario titolo, penderanno dalle labbra dei Commissari Straordinari delle ASL che , in completa autonomia, venuto meno anche il vincolo a cui erano obbligati, a dispetto di creditori privilegiati, decideranno, il chi , il come ed il quando pagare . E, considerato che sono organi di derivazione politica, di una politica fallimentare , possiamo già da ora immaginare come andrà a finire.

- Tale moratoria rischia di togliere ossigeno a centinaia di imprese che da mesi non vedono onorate le fatture, e che le espone seriamente al rischio della chiusura . Ove non bastasse, si aggiunge la difficoltà di poter accedere al credito da parte del sistema bancario o parabancario data la non esigibilità immediata e la difficoltà di recupero del credito - leggasi finanziarie che acquistano i crediti ora al 92%, con il comma 79 scenderanno intorno all’80% , ( da banca ed usura ).

La norma sulla impignorabilità delle liquidità delle ASL se da una parte rappresenta una boccata di ossigeno dalle pressioni debitorie frutto di sconsiderate politiche clientelari e sprecatole, è l’asso nella manica dei commissari di espressione bassoliniana che già hanno dimostrato concretamente di non saper gestire le risorse loro affidate o di gestirle irresponsabilmente , ed ora gli si dà lo scudo protettivo dell’impignorabilità , strumento che potranno usare a piacer loro , senza alcun controllo con la possibilità di premiare gli amici degli amici a scapito della vita pmi e della salute dei cittadini.

Passi per la impignorabilità ma è quanto mai urgente un intervento volto a rimuovere la classe commissariale e dirigenziale di derivazione bassoliniana , per evitare che l’operazione impignorabilità si trasformi da norma salvastipendi a zattera di Medusa per consentire il salvataggio di " Tecnici" di  una classe politica attrice degli  sprechi e clientele nella sanità campana .

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