DRINNN..SCUSA MA DEVO RISPONDERE !!!
Andate sul corso a Salerno e osservate quante persone parlano al cellulare. Ieri sera ho assistito ad una scena assai carina dove quattro giovanotti pur passeggiando insieme, si fa per dire, parlavano contemporaneamente al telefonino. Il quadretto era pittoresco perché questi 4 senior continuavano a tenere uniti il passo, ma ognuno di loro conversava amabilmente con chissà chi, dando importanza a chi stava dall’altra parte ed ignorando la persona con la quale si accompagnavano. Come dire la prevalenza del virtuale sul reale,, il dominio dell’antisociale sulla socialità. In quel caso nessuno disturba nessuno perché tutti con lo stesso discutibile stile stanno facendo la stessa cosa. Ma le persone che usano il cellulare - o è il contrario? - posso essere assai maledicate . Si legge che “ nella civile Svezia, ad esempio, sui treni sono state predisposti vagoni vietati ai cellulari accesi, in Olanda nei locali è generalmente proibito entrare con la suoneria non silenziata ed iniziano a comparire nei negozi cartelli del tipo : chi al momento di essere servito sta parlando al cellulare, torna in fondo alla fila. Anche nell’uso del cellulare è richiesta educazione del tipo: non parlare a voce alta; non interrompere le conversazioni per rispondere al telefono; scrivere sms camminando ( «walking messaging) che è causa di numerosi incidenti; tenere suonerie troppo alte e per di più di cattivo gusto. ( Pochi giorni fà ne ho subita una di un neonato che piangeva) ; telefono a tutta suoneria a spettacoli ed eventi. Niente di peggio del telefonino del vicino che squilla a teatro o durante al concerto. Poi è assai carina la scenetta di quando sei in compagnia di qualcuno a cui squilla il cellulare. Il lui ti guarda e tra lo scocciato ed il rassegnato ti dice : " Il cellulare " Come se il telefonino fosse un essere umano, avesse vita propria e portandogli più rispetto di una persona in carne ed ossa , aggunge la solita frase di rito: " Devo rispondere!!!". Tutto ciò mi sconcerta.
Per combattere queste cattive abitudini una campagna di educazione cittadina non guasterebbe.
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