LA REGIONE CAMPANIA ED IL SACRIFICIO DI ISACCO
Se la regione campania volesse trovare il nemico delle sue incapacità, basterebbe guardarsi allo specchio. De Luca questo lo ricorda sempre ed ha anche trovato alleato De Magistris. Il presidente Cirelli propone la costituzione di un Principato, rafforzando l’esigenza separatista. Il modo di gestione le risorse regionali è assolutamente scriteriato. Nessuna politica di contenimento dei costi o di riparazione ai danni è stata fatta, consolidando l’idea che il bassolinismo tanto male non aveva gestito. Molti proclami e denunce ma nessun piano organico di sviluppo e tagli agli sprechi. Con l’aggravante che i regionali non assegnano neppure le poche risorse disponibili secondo criteri meritocratici, cioè a favore delle province VIRTUOSE ( Salerno sicuramente ) , vanificando i processi di sviluppo iniziati, nonostante tutte le difficoltà, e chiedendo maggiori sacrifici proprio a chi sta lavorando bene. La regione ha l’obbligo di valorizzare le comunità che rispondono agli appelli di cogestione civile del territorio perché sono l’esempio dell’efficacia, dell’efficienza e dell’economicità ed il monito per quei territori immobili e spreconi che si adagiano sperando ancora nella Regione-Provvidenza. L’effetto contrario appiattisce tutti verso la catastrofe. Mi ricorda il sacrificio di Isacco con la differenza che la regione-Abramo è a tanto così da tagliare la gola a Isacco-Salerno. Mentre nella genesi il sacrificio di Isacco era solo una prova per valutare la fedeltà del patriarca , per la Regione Campania è diventata una missione quella di uccidere le eccellenze.