SALERNO: ABBIGLIAMENTO PROVE DI CRISI
I negozi di abbigliamento pagano la crisi economia anche per il dominio del tessile cinese. Aprono e si affollano negozietti con tutto a 5 euro e, per stupire, a 4.99.
Negozi di tendenza per fasce di reddito alte si attrezzano con buste di acquisto anonime, ( normali buste di plastica o di cartone senza logo) su espressa richiesta degli acquirenti, affinché il compratore non sia individuato come colui che ha disponibilità economiche tali da poter spendere tanto per capi di abbigliamento.
I saldi al 30% non bastano. Se la merce non passa al 50% o 70 % non si compra, così come non si compra più a prezzo pieno.
Pare che Fendi stia per chiudere, Amica anche , Pisapia pure, un grosso outlet per aprire ad Eboli ( simil Caserta) per i negozi in centro è un continuo apri e chiudi. Pochi gli storici rimasti.
Gli armadi sono pieni e si presentano affari d’oro per le sartorie. Si avvita, si accorcia, si stringe quello che già si ha , soprattutto se sono capi di valore.
Sul Carmine al mercato le bancarelle lavorano per confermare la tendenza che il made in Italy è meglio, ma quando non ci sono soldi si punta sul cinese.
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