mercoledì 18 luglio 2012


SALERNO: ABBIGLIAMENTO PROVE DI CRISI



I negozi di abbigliamento pagano la crisi economia anche per il dominio del tessile cinese. Aprono e si affollano negozietti con tutto a 5 euro e, per stupire, a 4.99.

Negozi di tendenza per fasce di reddito alte si attrezzano con buste di acquisto anonime, ( normali buste di plastica o di cartone senza logo) su espressa richiesta degli acquirenti, affinché il compratore non sia individuato come colui che ha disponibilità economiche tali da poter spendere tanto per capi di abbigliamento.

I saldi al 30% non bastano. Se la merce non passa al 50% o 70 % non si compra, così come non si compra più a prezzo pieno.

Pare che Fendi stia per chiudere, Amica anche , Pisapia pure,  un grosso outlet per aprire ad Eboli ( simil Caserta) per i negozi in centro è un continuo apri e chiudi. Pochi gli storici rimasti.

Gli armadi sono pieni e si presentano affari d’oro per le sartorie. Si avvita, si accorcia, si stringe quello che già si ha , soprattutto se sono capi di valore.

Sul Carmine al mercato le bancarelle lavorano per confermare la tendenza che il made in Italy è meglio, ma quando non ci sono soldi si punta sul cinese.


E' incredibile. I poveri comprano il falso di marca per far credere di essere ricchi. I ricchi fanno di tutto per  sembrare poveri.

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