sabato 7 aprile 2012


SALERNO: UN RITORNO ALLE BUONE MANIERE

Non penso dipenda da un mio particolare stato d’animo, ma passeggiando nel centro di Salerno sono stato colpito dalla mania dell’essere scortese delle persone. Siamo passati dalla società della classe e dello stile a quella dei muscoli e della prepotenza. Il sindaco De Luca li etichetta sbrigativamente come cafoni, non sbagliando, il problema è che taluni salernitani non hanno più chiara la linea di demarcazione tra un comportamento da cafone e come soleva dirsi una volta “ da signore”. Quando eravamo giovanissimi, seppure non appartenevi ad una classe agiata, riuscivi ad entrare ed a sederti nei salotti c.d. buoni , abbattendo la barriera , il più delle volte fatta dai soldi, perché avevi modi e maniere , per l’appunto da signore; insomma ti comportavi  bene. Eri educato, sapevi stare  a tavola, cedevi il passo, non urlavi, il turpiloquio non ti apparteneva. E qualora  per una ragione o per un’altra, un modo di fare usciva dai canoni della cortesia si usavano espressioni tipo “ mamma che grezza che hai fatto” ; “ ne hai persi di punti comportandoti così”. Lo stile ed il saper vivere s’insegnava a tutti i livelli dalle c.d. classi meno agiate fino ai benestanti e le regole erano uguali sia per gli uni che per gli altri. Mi è capitato di far accendere una sigaretta ad una signorina che poi se ne andata senza ringraziare. Ho ceduto, all’ingresso di un negozio a via dei Principati, il passo ad una signora che neanché ha ringraziato. Non parliamo delle macchine quando attraversi che ti sfrecciano di fianco incuranti con brutte parole ed improperi. Ragazzine che per strada usano un linguaggio da taverna (di una volta). E finanche vigili che rimbrottano i cittadini  in doppia fila a circolare,  con sbrigativi “ iamm bell’e  votte  e mane”. Questi sono comportamenti che non possiamo, purtroppo,  sanzionare con un regolamento comunale ma che danno uno spaccato di una società che ha “PERSO LO STILE”( UNA CAMPAGNA PROMOZIONALE PATROCINATA DAL COMUNE NON GUASTEREBBE). La pena a comportamenti  cafoni  una volta era “ l’emarginazione” oggi mi sembra che gli emarginati siano coloro che lo stile non  lo hanno perso. Un ritorno alla cortesia non potrebbe che fare del bene alla nostra città ed al quotidiano vivere. Ai cafoni ricordiamo cosa significa essere “ cittadino”.        

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