martedì 24 aprile 2012



MA QUALE 25 APRILE

Odio, per lo più,  tutti i giorni in cui il calendario mi obbliga a qualche festeggiamento. La reputo  una vera e propria tirannia  imposta da uomini, seppure  miei pari, che per bislacche  ragioni a volte storiche altre  religiose hanno deciso che quello sarà un giorno di festa. Tra quelle che più odio c’è il  25 aprile. Perché ogni qual volta ricorre questa maledetta data dobbiamo sorbirci le solite polemiche di chi non vive che per aspettare tale ricorrenza tra bandiere rosse e consessi protopartigiani; e chi con fermezza da repubblichino schifa la festa e non  vi partecipa. Il bello è che a parlare e sostenere  in modo veemente le ragioni dell’una o dell’altra parte sono coloro che non sono stati attori  né alla liberazione e né a Salò. Se approfondisci con qualche domanda su quel  periodo storico escono fiumi d’ignoranza e luoghi comuni. Insomma un minestrone. Qualche sbiadito ricordo di banchi di scuola , un pò di sentito dire e se sei degli anni 60/70  confondi questo con quello. Tale  è il risultato dell’esperimento che ho condotto  nel mio ambiente di lavoro, che poi null’altro è che uno spaccato della società. Per fortuna che dopo le ricorrenze del 25 aprile  si ritorna al presente dove crediamo di vivere liberati ma siamo più prigionieri di  prima  in uno stato come quello italiano al collasso occulto e assediati  da una classe politica vergognosa. Auguro ai miei figli – io non potrò  – che un giorno potranno festeggiare una data,  in cui si saranno liberati dal giogo della tirannide dei poteri che governano le nostre vite.              

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