ARRIVANO LE ELEZIONI COMUNALI A SALERNO
Leggendo gli articolo che riguardo le “ novità” - volutamente tra virgolette – dei nomi dei candidati che si propongono nelle liste per l’elezioni al comune di Salerno , salta gli occhi immediatamente che di nuovo c’è ben poco. Si ripropongono per lo più i confermati, si affacciano i trombati di regionali e provinciali e comunali , insomma nomi noti degli ultimi 15 anni. E’ tempo di riciclarsi e la dignità va a farsi friggere, ragion per cui ex di AN, UDC,PDL nelle liste di De Luca e tanto vale anche per le liste di Cirielli. Giusto qualche timida new entry e pochissimi galantuomini e gentildonne della politica di una volta. Il resto è tutto visto e stravisto. Nomi non né farò e neppure esprimerò sferzanti critiche ironiche su trascorsi politici di ognuno. Ma una domanda dobbiamo farcela tutti: “ Cosa spinge destra-sinistra–centro a riproporre truppe di trombati e riciclati senza alcuna vergogna ? “ Forse è una domanda da lettino di psicologo o addirittura da psichiatra , visto che il messaggio della gente verso la politica è chiarissimo : sfiducia totale. Infatti il nemico da battere non è né a destra –centro – sinistra, ma è il partito trasversale dell’astensione, tra l’altro in crescita. Ma attenzione l’astensione è l’effetto, ma qual è la causa? Vi rispondo non con analisi politologiche o sociologiche ma con le parole del popolo. “ Sono tutti ladri, pensano solo a rubare, basta che danno il posto ai figli e parenti, se ne fottono della città e della gente che vive in condizioni inumane, sono tutti uguali, veri e propri analfabeti, pensano solo a c….. loro, sempre le stesse persone , sempre la stessa gente, ma andassero a quel paese, dividono posti spartiscono poltrone e poi., adesso promettono di tutto pur di essere eletti , si il programma due balle e poi vedi se lo rispettano intanto fanno sempre quello che voglio loro”. Vi ho risparmiato al massimo le volgarità ma tutti sappiamo che i giudizi prevalenti non sono proprio da Oxford. Potrei continuare all’infinito perché è infinito il male nella politica che non è mai stata interpretata come un servizio, puro , assoluto, indiscutibile e questo perché la politica è fatta dagli uomini e l’uomo non protende alla purezza, men che meno la gran parte dei politici. Però un ad un compromesso si potrebbe arrivare. Immaginiamo un codice elettorale formato da un solo articolo : “ Art. UNICO.- Il candidato s'impegna durante il mandato elettorale , su 10 “cavoli” a fare 9 cavoli a favore del popolo ed un cavolo a suo favore”. La politica oggi non può più dire sono qui per i cittadini di Salerno, ed il mio mandato sarà imparziale e tutto a favore del popolo ….. anche perché non ci crede più nessuno. Ed ora facciamo due risate con gli slogan elettorali che leggeremo e con le bizzarrie fotografiche dei candidati, e manco a dire : come se moltissimi non facessero ridere già così .
Quando vigeva ancora la politica delle idee, gli attuali Sceriffi, Marshall, rappresentanti Onorevoli o senatori, che dir si volgia, solevano contestare la politica del nepotismo. Caso strano, gli allora contestatori, si ritrovano, oggi, con i propri figliocci ad incidere (per non dire: dar fastidio)nella vita pubblica o para-statale, con grande danno per le iniziative di partecipazione democratica in politica o di intraprendenza imprenditoriale.
RispondiEliminaPer i più distratti e per quelli che che rientrano nelle file dei due importanti Palazzi di Salerno, sempre più Gheddaffizzati, rimndiamo ad una veloce lettura del termine non più in uso, ma rimpiazzato da SINERGIA, CONCERTAZIONE....(insomma il classico inciucio):
Il nepotismo in campo politico è un pericolo per la democrazia, perché determina una concentrazione di poteri (e conseguentemente capitali) nelle mani delle stesse famiglie, e perché ostacola il necessario ricambio della classe dirigente ed un accesso universale e meritocratico alle istituzioni e alla pubblica amministrazione, che vengono basate su un rapporto fiduciario anziché impersonale, tipico di uno Stato moderno.
I legami personali possono compromettere l'indipendenza di un'istituzione e la sua credibilità morale. Se avviene ai più alti livelli dello Stato, fra dirigenze dei partiti di maggioranza e opposizione (oppure ministri, presidenze dei rami del Parlamento e della Repubblica), può trasformare una democrazia in una specie di monarchia costituzionale.
UNIONE FEDERALISTA MERIDIONALE