mercoledì 10 aprile 2013

ASL SALERNO: LO STATO DI AGITAZIONE E LA BRAVURA DI RACCOGLIERE I SEGNALI
Foto: ASL SALERNO:  LO STATO DI AGITAZIONE E LA BRAVURA DI RACCOGLIERE I SEGNALI 
In sanità a Salerno stato di agitazione dei sindacati sarebbe necessario l’accordo per la serenità lavorativa della parte  pubblica che si raggiunge attraverso la negoziazione. Altrimenti il legale rappresentante ed i suoi collaboratori  dovranno tirar fuori  i barbiturici dall’armadietto dei medicinali per prende sonno la notte. Generalmente il tutto inizia con incontri professional-amichevoli tra ASL e Sindacati. Poi “l’onda inizia ad alzarsi” e quando arriva la prima letterina che ti richiama su qualche atto amministrativo “strano” vuol dire che la parte pubblica è già in grave ritardo su alcune problematiche proposte dai sindacati. Poi qualche riunione pubblica – semiagitata -  per  aggiustare reciprocamente il tiro. E quando L’ASL come si dice in gergo “NON VUOLE SUONARE” segue un ultima riunione infuocata e poi letteracce , e se ancora non succede niente da parte del direttore generale, ecco  lo stato di agitazione. Questa è la fase più pericolosa per i sonni tranquilli dei rappresentati legali delle ASL /AO perché nella fase tra lo stato di agitazione e la definizione del conflitto ogni sindacato inizia la pianificazione strategica, cioè a dire, si prepara alla battaglia. C’è chi la combatterà  con  “le torte in faccia” e chi a far male davvero, ossia  con denuncie alla Procura della Repubblica ed alla Procura della Corte dei Conti. 
Per adesso siamo arrivati allo stato di agitazione. Dalla mia esperienza:  si possono sottovalutare i sindacati, ma è grave errore sottovalutare  i sindacalisti arrabbiati.
 

 In sanità a Salerno stato di agitazione dei sindacati sarebbe necessario l’accordo per la serenità lavorativa della parte pubblica che si raggiunge attraverso la n...egoziazione. Altrimenti il legale rappresentante ed i suoi collaboratori dovranno tirar fuori i barbiturici dall’armadietto dei medicinali per prende sonno la notte. Generalmente il tutto inizia con incontri professional-amichevoli tra ASL e Sindacati. Poi “l’onda inizia ad alzarsi” e quando arriva la prima letterina che ti richiama su qualche atto amministrativo “strano” vuol dire che la parte pubblica è già in grave ritardo su alcune problematiche proposte dai sindacati. Poi qualche riunione pubblica – semiagitata - per aggiustare reciprocamente il tiro. E quando L’ASL come si dice in gergo “NON VUOLE SUONARE” segue un ultima riunione infuocata e poi letteracce , e se ancora non succede niente da parte del direttore generale, ecco lo stato di agitazione. Questa è la fase più pericolosa per i sonni tranquilli dei rappresentati legali delle ASL /AO perché nella fase tra lo stato di agitazione e la definizione del conflitto ogni sindacato inizia la pianificazione strategica, cioè a dire, si prepara alla battaglia. C’è chi la combatterà con “le torte in faccia” e chi a far male davvero, ossia con denuncie alla Procura della Repubblica ed alla Procura della Corte dei Conti.
Per adesso siamo arrivati allo stato di agitazione. Dalla mia esperienza: si possono sottovalutare i sindacati, ma è grave errore sottovalutare i sindacalisti arrabbiati.
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