LE ASL , IL CONTENZIOSO E L’IMPOVERIMENTO DELLE FINANZE.
La separazione dei poteri è una
pietra angolare del nostro ordinamento. Ma il corto circuito tra potere politico e
giudiziario , per lo più si verifica – vedi ad esempio il caso della tentata chiusura dell’ospedale
di Agropoli – nei casi in cui i manager e dirigenti “mal interpretano”
le superiori disposizioni regionali. Il potere giudiziario interviene , e di
fatto, si sostituisce al potere politico. E’ una dramma diffuso , soprattutto
in Regione Campania , il cui disastro economico ha costretto Roma addirittura al
commissariamento della sanità. Dunque il fenomeno manifesta i suoi effetti
dirompenti attraverso una crescita esponenziale del contenzioso giudiziario.
Ebbene le ASL ne sono afflitte, ma come spesso capita i manager ne parlano come
una disgrazia loro capitata od ereditata, in vero esso è la malattia , non il
virus che l’ha causata. Il virus nasce dalla cattiva gestione amministrativa, da pressapochismo, superficialità,
menefreghismo, incompetenza tecnica ed assenza totale di “amore” verso la COSA
PUBBLICA. I casi più ricorrenti
sono rappresentati dalla miriade di
ricorsi proposti contro le ASL sia per crediti insoluti che in materia di
rapporti di lavoro. Alla base la pessima gestione dei rapporti normativi con i dipendenti
ed i creditori. La spirale non si fermerà fino a quando non si faranno pagare i
veri colpevoli di questo disatro economico-gestionale-giudiziario. Il taglio al moto
perpetuo si avrà quando
non inizieranno a pagare di tasca
propria chi ha procurato l’impoverimento, il danno e l’inutile aggravio alle pubbliche
finanze dato da un contenzioso evitabile.