26 MAGGIO SALERNO GAY PRIDE: UNA FESTA CONTRO UN PREGIUDIZIO OD UN PREGIUDIZIO IN FESTA.
Ieri i giornali riportavano le dichiarazioni di alcune autorità sul gay pride a Salerno , raccomandando ai partecipanti di evitare i baci e di tenersi lontano dai bambini. Innanzitutto credo che non ci sia peggior modo di autoghettizzarsi celebrando una propria scelta, non voglio dire sessuale sarebbe riduttivo, ma di vita , attraverso una pubblica sfilata. Non si contrasta un pregiudizio con una di giornata sull’orgoglio omosessuale. Tutto nasce quando la religione cattolica definisce peccato l’omosessualità e non aiuta certo sostenere, che durante il paganesimo era moralmente lecita, è un’argomentazione debole, perché nei primordi della religione politeista , lo erano anche i sacrifici umani. Un braccio di ferro tra morali dove uno dei bicipiti è quello della chiesa la vedo sfida dall’esito scontato. Per me dire sono gay e me ne vanto è come dire sono onesto e me ne vanto, sono una persona leale e me ne vanto, sono una donna fedele e me ne vanto: è “naturalis” Ma in questo chiasso di opinioni c’è il pride dei pride. Quello dei “progressisti” - w i gay – e dei conservatori “ /\/\ i gay”. E poi tutte le categorie dei pride intermedi - QUELLI DEL Sì PERO' – che cercano il grigio in una cosa che è : o bianca o nera. Questi ultimi sono i peggiori di tutti. Io sono tra quelli che “ Me ne frego” ognuno facesse della proria vita quello che vuole , ma sono convinto che per la maggior parte della gente , il26 maggio resta e resterà la festa dei “diversi” ma chiamandola con l’espressione dialettale più spregevole e tagliente . Ognuno è come vuoe essere e per me su questo non c’è niente da festeggiare.
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