mercoledì 20 luglio 2011


                    LA DECADENZA DELLE CASTE


Finalmente il popolo alza la testa fa sentire la sua voce e la casta della politica pensa come comprimere i privilegi. Così sta andando il rapporto cittadino e politico, ove quest’ultimo ha raccolto la eco dei tartassati e si è determinato di ridurre le  guarentigie , a vantaggio di una maggiore fiducia e credibilità di chi lo ha voluto dove siede; oppure  perché ha sentito l’odore come si dice “ della ghigliottina”. Una riflessione su quello che sta succedendo la vogliamo fare anche noi. Le caste sono sempre esistite e i politici sono stati una delle più forti , nei secoli. “ Esse prima di definirsi come gruppo sociale , definivano funzioni modi di essere e d’agire. I privilegi seppure sotto gli occhi di tutti, erano ritenuti effetto della propria natura , quindi non sopraffazione, violenza od ingiustizia sociale. ( Un liquido più leggero non può essere al di sopra di uno più denso). In una società tradizionale le caste ne erano il fondamento (il “principe” è tale per trascendenza , per sangue, per ereditarietà.- Romanamente: suum cuique – a ciascuno il suo)." J.Evola) Ma in una democrazia che afferma principi giudaico-cristiani di eguaglianza? E quando viene meno, verso i  “principi” l’idea di devozione e di lealismo? La storia insegna che “… quando l’organismo tradizionale perde la sua elementare forza di coesione , i sensi più sottili si atrofizzano, le parti si dissociano e si atomizzano” ( sempre il Maestro) E’ la decadenza.

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