sabato 23 luglio 2011

I DIRIGENTI ASL DECOLLATI


L’on. Gianfranco Valiante ( del PD) chiede al Presidente della Commissione Trasparenza della Regione Campania che il Commissario dell’ASL di Salerno riferisca, con prova documentale, sui contatti a favore della dirigenza esterna ( sono una decina e ci costano circa 200 mila euro all’anno ognuno) ; sulla situazione dei progetti vincolati( che riguardano delle risorse inviate dalla Regione per porre in essere specifici progetti-salute – cancro del colon retto, cervice uterina, prevenzione neoplasia prostatica,cure domiciliari , progetto Lakesys) i cui finanziamenti non si sa che fine abbiano fatto ( sono circa 20 milioni di euro ad ex ASL; sulla assunzioni di personale a tempo determinato ( ne girano circa 200 in tutta la ASL molti pagati con i fondi dei progetti che pare esistano solo “ virtualmente”) . E comunque Valiante farebbe capire che il Colonnello deve riferire su questi ed altri casi similari , per amore della verità e per far si che le risorse economiche non vengano distratte per fini diversi dalla tutela della salute dei cittadini salernitani. Orbene tutte le distrazioni di bilancio, gli sprechi posti in essere sulla dirigenza, il caos che regna sui progetti CIPE , insomma tutto il disastro finanziario lo si deve ai manager dell’ASL di Salerno del centro- sinistra, per intenderci: dal napoletano Ateniese passando per il Prof. De Simone. E questo l’on. Valiante dovrebbe saperlo molto bene, anche perché fa parte di tale schieramento politico e ne faceva parte ai tempi di Bassolino, nel cui periodo non ricordo che  abbia mai chiesto medesimi lumi. Ed allora ora bisognerebbe avere il coraggio, e questo è alla portata del Colonnello Bortoletti di “ scoperchiare la pentola” con l’attenzione che quelli che gli forniranno le notizie sugli sprechi, sono coloro che hanno da decenni partecipato al banchetto del centro-sinistra, anzi molte volte ne erano le portate. Omissioni, difficoltà tecniche, confusione amministrativa saranno tante le scuse che accamperanno per non far emergere le magagne perché  è’ impossibile essere carnefici di se stessi. E come se sul piatto di Salomé nel dipinto del Caravaggio , la testa tenuta per i capelli dal boia  non fosse quella del DECOLLATO  , ma la sua.

mercoledì 20 luglio 2011


                    LA DECADENZA DELLE CASTE


Finalmente il popolo alza la testa fa sentire la sua voce e la casta della politica pensa come comprimere i privilegi. Così sta andando il rapporto cittadino e politico, ove quest’ultimo ha raccolto la eco dei tartassati e si è determinato di ridurre le  guarentigie , a vantaggio di una maggiore fiducia e credibilità di chi lo ha voluto dove siede; oppure  perché ha sentito l’odore come si dice “ della ghigliottina”. Una riflessione su quello che sta succedendo la vogliamo fare anche noi. Le caste sono sempre esistite e i politici sono stati una delle più forti , nei secoli. “ Esse prima di definirsi come gruppo sociale , definivano funzioni modi di essere e d’agire. I privilegi seppure sotto gli occhi di tutti, erano ritenuti effetto della propria natura , quindi non sopraffazione, violenza od ingiustizia sociale. ( Un liquido più leggero non può essere al di sopra di uno più denso). In una società tradizionale le caste ne erano il fondamento (il “principe” è tale per trascendenza , per sangue, per ereditarietà.- Romanamente: suum cuique – a ciascuno il suo)." J.Evola) Ma in una democrazia che afferma principi giudaico-cristiani di eguaglianza? E quando viene meno, verso i  “principi” l’idea di devozione e di lealismo? La storia insegna che “… quando l’organismo tradizionale perde la sua elementare forza di coesione , i sensi più sottili si atrofizzano, le parti si dissociano e si atomizzano” ( sempre il Maestro) E’ la decadenza.

giovedì 14 luglio 2011

IL MIO LIBRO PER L'ESTATE 2011: Musashi di  Eiji Yoshikawa



Arrivato alla metà di luglio come diversi lettori ho un rito: l'acquisto del libro dell'estate. Le ore che si possono dedicare alla lettura in questo lasso di tempo possono essere veramente tante se si và in villeggiatura e non in vacanza- riposo statico la  prima, riposo dinamico la seconda -. Alle estati si associano tanti frammenti di ricordi , tra questi io ci metto le letture. Solo in questo periodo lascio la saggistica storica che l'unico genere letterario che prediligo e faccio un'eccezione , dedicandomi alla narrativa. Nell'estate 2010 fu Le benevole, poi fu il momento dei  WU Ming con Manituana, poi terza rilettura del Signore degli Anelli, quest'anno sarà Musashi , scritto da Eiji Yoshikawa.Wiki ci ricorda   che Yoshikawa è uno tra i più prolifici e più amati scrittori giapponesi, nonché figlio di un samurai Musashi  è un lungo romanzo storico uscito a puntate, per la prima volta, in Giappone fra il 1935 e il 1939 sull’Asahi Shimbun, il giornale più prestigioso e più diffuso in territorio nipponico. E' un romanzo ponderoso ,  più di 800 pagine,  ed i protagonisti sono gli attori di avvenimenti storici realmente accaduti e in parte adattati ad una sottile trama in grado di esprimere al meglio l’ideale di vita del ronin più famoso che la storia ricordi, appunto Musashi. Questo romanzo apre al lettore una finestra sulla storia giapponese e allo stesso tempo gli mostra l’immagine idealizzata che i giapponesi contemporanei hanno di loro. ( vedi il crisantemo e la spada). La trama è semplice  - sempre da Wiki - " Agli albori del 1600, in un Giappone nel pieno dell’età feudale, il giovanissimo Musashi Miyamoto sogna di percorrere “la via del samurai”. Rinuncia così a tutti i suoi averi per intraprendere un lungo e solitario addestramento. Percorrerà una strada irta di pericoli in continua lotta con le sue debolezze e, dopo numerose peripezie, diverrà il più grande eroe guerriero del suo paese". Musashi è stato poi pubblicato non meno di quattordici volte e ne sono stati ricavati sette film, adattamenti teatrali e trasposizioni televisive e finache un fumetto dal titolo Vagabond di  Takehiko Inoue Sensei. Insomma : Bushido allo stato puro. Questo mio tornare indietro, nelle letture e rivolgere sempre uno sguardo alla TRADIZIONE è frutto di una convizione : tutto ciò che può far evolvere il moderno deve trovare i  propri spunti  nel passato; nelle origini in un  percorso a ritroso per non dimentare le nostre radici ideali qualunque esse siano.







mercoledì 13 luglio 2011

TOLLERANZA ZERO : CACCIA AI PORCI



L''assenza è stata dovuta ad un meritato riposo, si dice così, ma almeno mentalmente il blog ha continuato a lavorare. E vi racconto. . In vacanza all'estero ho dovuto constare una realtà,  che il nostro Sindaco De Luca è molto apprezzato. A tavola con diversi gruppi di settentrionali i giudizi sulla gestione della cittadina erano più che lusinghieri. Figuratevi che i "polentoni" si sono prefiguati questo schema : la regione campania è un fallimento, napoli =munnezza, ma Salerno è l'unica perla. E' una città pulita, bene amministrata e dovrebbe essere d'esempio non solo per tutto il territorio regionale, ma di riferimento anche per molte città del nord. E' inutile nascondere che  una punta d'orgoglio e di soddisfazione da pate mia c'è stata. Soprattuto quando un gruppo di napoletani, e si individuavano tali dal marcato accento sentiti tali giudizi poco lusinghieri sul loro territorio , per essere meglio accetati hanno addirittura mentito sulle proprie origini qualificandosi anche loro salerninitani.Ora, fuori da ogni polemica, del resto il rapporto con la gestione De Luca ed i giudizi sul suo operato sono sul blog, nella loro evoluzione, guardatevi il filmato che ho girato alle spalle di via Settimio Mobilio stamattina. Per interrogarsi sulla differenza tra essere salernitani - per sola nascita -  e sentirsi parte di questa città amandola e rispettandola. Sarà il caso di porre in essere un piano tolleranza zero per simili PORCI.