COMUNI : RESISTERE E NON DESISTERE
La manovra da 45 miliardi di euro in fase di approvazione cancellerebbe 30 comuni sotto i mille abitanti nella provincia di Salerno ( Atrani, Furore, Controne, Pertosa , Conca dei marini ed altri). Mi associo a quanti sono contro tale decisione, e le mie ragioni sono queste. L’Italia da quasi 50 anni vive una crisi d’identità, intesa come esaurimento del modello dello Stato-nazione, disagio e sgretolamento delle istituzioni, impoverimento dell’etica del governo, rottura del contratto di cittadinanza, crisi della rappresentazione, per dirla con Claude Imbert, “La nostra identità,è molto più colpita dal crollo del civismo, più alterata dall’amalgama culturale internazionale dei mezzi di comunicazione, più logorata dall’impoverimento della lingua e dei concetti, più sconvolta soprattutto dalla degradazione di uno Stato un tempo centralizzato, potente e prescrittore che fondava in noi questa famosa ‘identità’”. A difendere uno straccio d’identità - seppure come somma di territori compositi – vi sono i localismi, le realtà comunali. Esse sono i custodi del chi eravamo , del come vivevamo e di come è possibile perpetuare nei precetti della tradizione un nuovo approccio alla modernità. Essi conservano parte della cultura medievale che è storia d’Italia ed oggi unico antidoto alla globalizzazione, al mondialismo ed all’uomo duplicato. Sono l’ultimo baluardo capace di resistere ad “ un sentimento di assurdità della vita che distrugge i legami organici, dissolve la socialità naturale e rende ogni giorno gli uomini più estranei gli uni agli altri”. I comuni rappresentano la storia di famiglie, di senso civico acquisito, di un patrimonio di relazioni tra esseri umani; più piccole sono tali comunità e maggiore è il senso di appartenenza territoriale e più forte è il legame di “gens”. I comuni sono “ una trama di differenze che si rinnovano e rigenerano nell’humus di un patrimonio costituito da un aggregato di esperienze passate” e rappresentano una identificazione tra cittadino e territorio. La crisi d’identità nazionale fa si che oggi ci senta italiani perché il comune nel quale si vive appartiene al territorio italiano e la difesa e la conservazione dei propri valori è imprescindibilmente legata al territorio nel quale si è vissuti sia esso di 314 abitanti come Valle dell’Angelo che 1017 come Ispani – salvo,che beffa, dal numero maledetto (17)-. Queste le ragioni di contrarietà alle unioni municipali.
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