I nuovi “cortigiani” e gli uomini liberi: lezione di Maurizio Viroli
Recevo e volentieri pubblico.
E’ stata una conversazione “speciale”, quella ospitata dalla Sala del Tritone alla Baia Flaminia di Pesaro, alla presenza di insegnanti e studenti delle scuole superiori e del prof. Maurizio Viroli, docente di Comunicazione della Politica all’Università di Princeton (USA). Una lezione destinata ad accendere le menti “vive” di coloro che avvertono il bisogno di conoscere e imparare, di esprimersi liberamente e coerentemente secondo idee, ideali e principi incontrati (e non per caso) e intimamente coltivati. Il prof. Maurizio Viroli ha ricordato che gli Italiani sono famosi in tutto il mondo per il noto libro di Baldassar Castiglione, ovvero Il Cortegiano, quel singolarissimo testo che risale al Cinquecento, nel quale si muovono uomini di corte, nobili e dame. In esso è ben descritta la categoria del “cortigiano volontario” e noi, a distanza di secoli, di questa tipologia “umana” ne riconosciamo a migliaia, anzi a milioni, data l’attuale situazione. Il cortigiano volontario è colui che, per avidità di benessere personale e di potere, si mette a completa disposizione del Principe, lo segue, lo adula, lo asseconda in ogni momento, fino a conoscerne i gusti e i desideri , fino a immedesimarsi in lui; si spersonalizza, sa che deve far aumentare il prestigio e la potenza del Principe: e così tutte le sue espressioni sono un atto unico d’ignobile servilismo che inevitabilmente, laddove esistono potenzialità individuali meritevoli e degne, le fa tacere per sempre, le “brucia”.
Al tempo del Rinascimento erano gli artisti e gli intellettuali che, desiderosi di “un po’ di fortuna”, dovevano accettare di prestare servizio alla Corte e diventare proprio così: dei cortigiani pronti a far emergere e splendere soltanto il Principe. Ma è una specie sempre esistita nei secoli della storia e mai estinta.
Ancora adesso, quando si torna in Italia dall’estero, si ritrova d’un tratto una nutrita schiera di servi del potere, che sono l’esatto contrario dei cittadini; i primi spesso sono analfabeti, non hanno idee proprie, non hanno ideali, né forza morale, né coraggio, ma sono pieni di paure e non nutrono alcuna stima di se stessi.
La paura è un blocco che inibisce i processi di sviluppo armonioso della personalità, e senza autostima si cede facilmente alla malsana tentazione di “vendere” il proprio consenso, senza capirne il senso, e di mettersi dalla parte del più forte per ricavarne immediati vantaggi , benefici, o qualche privilegio, anche se tutti questi “benefit” non sono mai garantiti in eterno, ma possono essere interrotti da un momento all’altro.
I secondi sono coloro che hanno maturato la consapevolezza che per vivere una vita dignitosa , di Verità e di Bellezza, bisogna raggiungere innanzitutto una condizione di libertà interiore attraverso l’istruzione, la conoscenza, la formazione di ideali, di principi, di diritti e di doveri da tradurre con coerenza nelle azioni . Queste sono le chiavi per un’elevata esistenza umana in una società di eguali.
Il percorso non è davvero facile, ma faticoso : nell’itinerario verso la libertà chi ha deciso di non essere schiavo ne porta con fierezza l’onere e il peso per un traguardo superiore, senza dimenticare le conquiste del passato.